Una nuova alba

La nostra Giulia Carloni del IV Liceo Classico ha appena pubblicato il suo primo libro di poesie intotolato 'Una nuova alba'. Pubblichiamo un'intervista da lei rilasciata nella quale, oltre a parlare dei temi e della genesi dei suoi componimenti, Giulia riflette sul valore della scrittura e dell'arte in generale.
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Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Una nuova alba”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - “Una nuova alba” nasce dalla mia stessa alba. Il titolo è per me la promessa di non rimanere più fissa in un lungo tramonto senza fine, perché la luce, il Sole, la gioia sono presenti in noi anche quando dagli occhi si vede solo buio. Ho deciso di omaggiare la mia rinascita, in quanto credo che tutti, nella vita, assistiamo ad albe e tramonti. In questo mio libro, ho pensato di raccogliere principalmente emozioni, da cui sono scaturiti i miei momenti di luce e quelli bui. Ho parlato tanto di dolore quanto di letizia, perché ritengo che l’esistenza sia speciale proprio per la sua eterogeneità. Tra queste pagine, vorrei che tutti, da chi mi ha amata a chi mi ha distrutta, possano rivedere se stessi e, perché no, anche la mia rinascita.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La mia scrittura nasce dalla realtà. Probabilmente è solo grazie ad essa se sento il bisogno di scrivere. Parto dalla natura, da una persona, da un’emozione, e immediatamente la scrivo sulla carta. Non sempre la realtà che racconto va spiegata, ho scritto poesie a persone senza scriverne il nome, o parlato di dolore senza nominarlo. Il bello della poesia è poter parlare senza dover spiegare. A volte, partendo proprio dalla realtà più vicina, cruda o brillante che sia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - In una poesia parlo proprio del tempo che passa senza fermarsi, ed è una tematica a me tra le più care. In questo libro, ho voluto salvare ogni istante e ogni emozione dei miei giorni, perché mai vorrei dimenticare le lacrime o le risate che hanno occupato i silenzi, che allo stesso modo voglio conservare. Io parlo sempre di istanti, quasi mai di ricordi. Quando scrivo una poesia, non vado mai a modificarne parole o versi: non sarebbe più così vera come nel momento in cui è nata. Se guardo gli occhi di qualcuno e vedo il mare, non potrei mai rimandare la stesura della poesia a un secondo momento, perché in questo modo ragionerei sulle parole. Io devo scrivere gli istanti per non dimenticare. E nessun istante è uguale all’altro. Ognuno merita di essere salvato.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Una nuova alba”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Sicuramente i momenti più preziosi sono stati quelli in cui la mia penna ha toccato i fogli, i momenti in cui io stessa ho dato vita alle parole che adesso fanno parte di “Una nuova alba”. Sono stati i pochi momenti in cui ho potuto mostrare la parte più vera e autentica di me, infatti credo che la scrittura, specialmente quella poetica, sia lo specchio del cuore del poeta. E un poeta è davvero se stesso quando dà vita alla sua poesia. È stato un percorso emozionante, dall’inizio fino alla fine. All'inizio sembrava impossibile riuscire a dare voce a così tante emozioni diverse. La parte di costruzione e scrittura è quella che ho preferito, ma anche aver concluso un lavoro così lungo non è stata un’emozione meno intensa.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Parlando di poesia, io sono un’amante della poesia novecentesca, con Montale, Quasimodo e altri. Trovo che sia lo specchio più vero di ognuno. Se dovessi scegliere, tra i tanti maestri del secolo che apprezzo, l’autore che più ha ispirato, o meglio, accompagnato le mie poesie menzionerei sicuramente il grande Giuseppe Ungaretti, con il suo ermetismo disarmante, crudo, emozionante e, appunto, nascosto. Quando ero piccola leggevo le sue poesie, ma non capivo altro che i significati singoli delle parole. È un autore a cui sono affezionata, perché fa parte della mia cultura sin da bambina. Leggo i suoi versi e in due parole potrei leggere una vita intera. Per la prosa, sicuramente la scelta è più difficile, perché ho gusti contrastanti. Meritano però una menzione sicuramente il sommo Umberto Eco con il suo capolavoro “Il Nome Della Rosa”, Franz Kafka con la sua realtà cruda e silenziosa e vera, e Manzoni con “I Promessi Sposi”. Loro, con il mio protetto Ungaretti, sono riusciti a farmi piangere come una bambina e a farmi innamorare dell’arte della scrittura sempre di più.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Io amo l’arte in senso assoluto. Mi piace soprattutto la pittura, che per me è poesia senza parole. Sicuramente anche avere un nonno che dipinge ha aiutato la mia creatività a sbocciare, o comunque mi ha reso curiosa di scoprire questo mondo. Ho imparato a dipingere quando ero piccolina, anche se l’arte che si addice di più alla mia persona è la poesia. Il primo artista che mi viene in mente che ha influenzato positivamente la mia scrittura è proprio mio nonno, ma se dovessi scegliere una corrente artistica che tutti conoscono direi l’Impressionismo, con il solo e unico Monet, che dipinge propriamente le emozioni e gli istanti e che per questo rispecchia la mia poesia, ma su tela.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Oltre alla poesia, che mi ha salvato la vita più volte, sono un’amante da una parte dei gialli, meglio se con risvolti psicologici, e, dall’altra, di qualsiasi libro che spinga alla riflessione. Mi piace definirmi un’amante della lettura e dei libri in generale, quindi mi resta difficile, in onestà, dover scegliere generi o autori!
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Naturalmente, preferisco il libro cartaceo, perché, se si presta attenzione, ogni libro ha una carta diversa. Sfoglio le pagine e viaggio insieme alla storia, insieme ai personaggi o alle poesie. Amo l’odore delle pagine dei libri e prendere questi in mano anche solo per ammirarli. È un livello a cui il digitale non potrebbe mai arrivare.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Ho scritto “ Una nuova alba” perché, in quel momento, la scrittura era una delle poche componenti della mia vita che ero sicura non mi avrebbe lasciata sola. La scrittura mi ha salvata, così ho deciso di raccogliere in un libro tutte le emozioni, positive o negative, che la poesia mi ha aiutato ad affrontare, per ricordarle. Ho scritto tanto, soprattutto la notte, e la scrittura mi ha tenuto compagnia anche nelle ore di silenzio.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Una nuova alba”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Sicuramente comprerei “Una nuova alba” per le emozioni che racconta, racchiuse da un titolo che deve dare speranza e luce. Tutti, prima o poi, dobbiamo affrontare il dolore, la gioia, o qualsiasi altro sentimento, e credo sia di conforto leggere qualcosa che rispecchi le onde delle emozioni umane, come fa “ Una nuova alba”.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - La scrittura è nata con me e vivrà oltre la mia morte. Mai smetterei di scrivere. Sto lavorando ad altre opere, poetiche e in prosa. Per la poesia, posso dire che le emozioni saranno sempre parte principale dei miei versi. Per la prosa, non vorrei dare anticipazioni troppo specifiche, perché io amo le sorprese, ma posso dire che sto lavorando a qualcosa di particolare, che spinga alla riflessione sull’umanità, un’umanità… lontana.